Le crisi sono periodi di
transizione, più o meno lunghi, che costringono ad una revisione dei modelli (economici,
sociali e comportamentali) precostituiti e assodati. Così dovrebbe essere oggi.
Stiamo assistendo ad una contrazione
generalizzata del sistema economico, che viaggia di pari passo con il
progressivo danneggiamento dell’ambiente in cui viviamo, per questo è più che
mai necessario trovare un equilibro sostenibile per il domani.
Quando si parla di
“sostenibilità” ambientale il pensiero corre nell’immediato a: inquinamento, depauperamento
delle risorse, rischi per l’ambiente e per la salute umana, eco mafia, ricerca
di nuove energie alternative, interessi economici, innovazione, ricerca, etc…
Negli ultimi anni molti
progetti di ricerca si stanno muovendo nel vasto orizzonte delle energie
rinnovabili, seguendo molteplici percorsi, tutti con l’obiettivo principale di
trovare nuovi sistemi di produzione energetica puliti, economici e,
soprattutto, inesauribili, ossia eco-sostenibili tout court.
Fra le fonti naturali a
nostra disposizione c’è, senz’altro, il vento, che soffia libero, dolce o
terribilmente violento ed impetuoso, su tutto il globo terreste e che può, se
sappiamo afferrarlo, generare energia pulita.
Qui di seguito vogliamo
farvi conoscere due progetti in start up,
uno italiano e l’altro africano, volti ad innovare il sistema di produzione dell’energia
eolica, per ottenere maggiori risultati a livello energetico ed economico: Kite Gen e Saphon Energy.
L’energia eolica è una
vecchia conoscenza e, oggi, nelle zone lambite dal vento non è raro vedere le bianche
pale delle torri eoliche svettare fra il verde dei prati, madamigelle fra le coquelicots,
con buona pace di quegli “esteti” che le accusano di deturpare il paesaggio, de gustibus…, ma ci sono ecomostri reali
e ben più dannosi da combattere prima di pensare alla mancanza di grazia di una
pala eolica.
Un’azienda italiana, la Kite Gen Research
fondata nel 2007[1],
ha intrapreso la strada dell’innovazione
proprio ripensando alla funzionalità della torre eolica, con l’obiettivo di
aumentare le potenzialità di sfruttamento dell’energia cinetica del vento.
L’idea è molto semplice:
approvvigionarsi di vento, e quindi di energia, a quote più elevate rispetto a quelle
raggiunte dalle pale eoliche oggi in funzione.
Perché salire di quota[2]?
Secondo recenti studi il
vento, seppure bisogna considerare variabili di notevole importanza (fra cui,
ad esempio, la geolocalizzazione), genererebbe maggiore potenza energetica se
si salisse a quote più elevate[3].
Quindi, se si costruissero strumenti in grado di catturarlo ad alte quote e in
punti ottimali, ossia dove è maggiore la sua potenza,si potrebbe aumentare il
suo potenziale energetico a nostro vantaggio.
Ora, cos’è Kate Gen?
Di primo acchito, per i
profani, ricorda una giostra, costituita da un elemento fisso sub circolare a
terra, il generatore, che comanda, per mezzo di un sistema computerizzato, il movimento
KSU, l’unità di manovra, al quale è
collegata un’asta mobile verticale dotata di cavi ad alta resistenza (che
regolano la trazione, la direzione e l’angolo del vento) che terminano con un
“aquilone”, il kite appunto, che
muovendosi nell’aria più liberamente di una pala eolica cattura il vento con
più efficacia.
I suoi ideatori hanno
scelto una forma che ricorda l’aquilone, tecnicamente “profili alari semirigidi ad alta efficienza”, perché
meglio si adatta al vento e cattura con maggiore facilità l’energia
disponibile.
Ovviamente le potenzialità
aumentano se dalla dimensione singola, lo stem, si passa ad una
versione più completa con un carosello di aquiloni che si muovono intorno a una
sola giostra ad anello, carousel, di
grandi dimensioni.
Kate Gen, vista l’altezza e le dimensioni, soprattutto la versione carousel, necessita di ampi spazi
liberi, su terra o su acqua, e di zone libere dal traffico aereo.
Si segnala che mancano
ancora i dati effettivi su lungo periodo in merito all’inquinamento generato (a
livello ambientale e acustico) perché si è ancora in fase di prototipo
sperimentale in via di definizione, per cui non si possono raccogliere i dati
analitici necessari per avere un quadro completo.
Non resta, quindi, che
attendere per capire se, dati alla mano, il sistema sia effettivamente
migliore, a livello di prestazioni e di riduzione delle emissioni inquinanti,
rispetto alle pale eoliche tradizionali e se potrà diventare una valida
alternativa a vantaggio delle energie rinnovabili.
La ricerca di nuove
soluzioni nel campo delle energie rinnovabili e pulite è, evidentemente, oggi
sentita come una necessità per raggiungere la piena sostenibilità, a livello ambientale,
sociale ed economico.
In quest’ottica si muove anche
Saphon Energy[4],
che deve il suo nome al dio punico del vento, Baal Saphon.
Ci spostiamo, dunque, dal
nord Italia alla Tunisia,
dove il teamSaphon Energy partendo dal concetto del creatore di Saphonian, Anis Aouni, “Innovationis not just a question of cleverness. It is rather a deeper and differentobservation of the obvious”, ha ridisegnato il concetto stesso di pala
eolica a movimento rotatorio, attraverso una trasformazione piuttosto radicale
della torre eolica tradizionale a cui siamo abituati.
Secondo Saphon team le pale eoliche
rappresentano semplicemente un’evoluzione moderna del tradizionale mulino a
vento, ma il sistema necessita di innovazioni migliorative, così, hanno pensato
alle vele delle imbarcazioni, perché sono quelle che sanno sfruttare in modo
ottimale l’energia cinetica del vento.
Dalle pale a movimento
rotatorio si è, quindi, passati ad un sistema chiamato TheZero-Blade Technology , che
di profilo ricorda una barca, una
sorta di grande cerchio convesso verso il centro, realizzato in stoffa o in
plastica, collegato ad un’asta ed a una specie di timone[5].
Saphon non esegue un movimento
rotatorio ma è fisso ed orientato verso le correnti, in questo modo riesce a
catturare una maggior quantità di energia cinetica, da utilizzare
nell’immediato o da immagazzinare,
grazie ad un accumulatore idraulico connesso direttamente al dispositivo eolico
Saphon.
L’obiettivo principale è
quello di massimizzare la resa energetica riducendo i costi, le dispersioni e
gli effettinegativi che pesano sull’energia eolica, più precisamente, come indicano i
tecnici di Saphon:
- L’elevata dispersione energetica. Saphon
Team stima che la dispersione dell’energia catturata dalla pala eolica
tradizionale sia calcolabile intorno al 70%, a causa di una tecnologia
ancora poco funzionale;
- L’inquinamento acustico e alcuni effetti dannosi sull’uomo[6];
- Il disturbo arrecato all’avifauna, ai segnali radar ed alle ricetrasmittenti;
- La fragilità delle torri eoliche in condizioni meteorologiche particolarmente
avverse;
- L’elevato costo in fase di costruzione e di installazione degli
impianti eolici tradizionali;
- La mancanza di un sistema efficace di stoccaggio dell’energia prodotta
per il consumo a posteriori.
Con questo sistema, più
efficace e resistente e meno costoso, si dovrebbero raggiungere livelli di
efficienza impensabili con un sistema tradizionale[7].
Saphon è un progetto in start up, con
brevetto depositato e prototipo in fase di sperimentazione, superata questa
prima fase si dovrebbe raggiungere la fase di realizzazione che consentirà di
testare effettivamente l’efficacia del sistema.
Come sopra non resta che
attendere dati più certi per capire se potrà davvero cambiare la prospettiva in
favore di un deciso passo verso le rinnovabili, con un indubbio vantaggio
economico ed ecologico per la società.
B. Saccagno
[1] Kite Gen Research S.r.l. and Sequoia Automation Via XXV Aprile, 8 10023 Chieri (TO) info@kitegen.com
[2] Secondo i “dati sul vento”
forniti da Kitegen le
pale eoliche attuali non riescono a raggiungere un’altezza sufficiente per
catturare l’energia eolica in quantità tale da generare una produzione energetica
sufficiente per sostituire le tradizionali ed inquinanti fonti energetiche. Per
ottenere migliori risultati è necessario arrivare, almeno, sino a 800 mt di
altezza. Studi sull’effettiva efficacia della “raccolta di vento in quota” si
trovano anche nell’articolo “GlobalAssessment of High-altitude Wind Powers”, di L. Archer, K. Caldeira, energies,
2009 http://kitegen.com/
[3] I venti hanno energia (intesa
come la somma di velocità e valori energetici costanti) variabile che dipende
non solo dalle condizioni climatiche e di altitudine ma, anche, dalla zona di
passaggio. Salendo in quota si riducono, ma non si eliminano, le possibilità di
“intermittenza” energetica.
Cfr. “Global Assessment of High-altitude Wind Powers”, di L. Archer, K. Caldeira, energies,
2009.
[4] Saphon Energy, 3, impasse n°3, Avenue
Azouz Rebai, El Manar 2, BP 2092 Tunis, Tunisia, info@saphonenergy.com
[5] Il sistema funziona con un motore idraulico e con dei pistoni che sono in
grado di catturare una maggiore quantità di energia cinetica per trasformarla
in energia meccanica. Il movimento stesso della vela nel catturare energia
diventa esso stesso un generatore di energia per il funzionamento di tutto il
meccanismo Saphon.
[7] Secondo il suo team creativo Saphon può superare i limiti della legge di Betz che
stabilisce che la massima energia possibile ricavabile dal vento non possa
superare una percentuale stimata al 59,3%..
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