In un contesto statico e
poco competitivo come quello italiano è diventata quasi una certezza che, qui,
manchino non solo le risorse e le persone ma anche le idee, il vero motore che
muove il mondo.
Fortunatamente è più una
percezione che la vera realtà, perché le buone idee innovative circolano e le
menti in fermento sono ancora presenti in Italia, peccato, però, che molto
spesso sono costrette a diventare migranti per vedere realizzate le loro idee o
per darsi un’opportunità concreta.
La cronica mancanza,
tutta verace, di opportunità e di prospettive è ciò che, di fatto, paralizza il
sistema, cristallizzandolo e sfiduciandolo.
Ma esistono incubatori
progettuali innovativi che cercano di superare il gap esistente fra l’idea e la sua realizzazione, attraverso un
modello di partecipazione diretta che coinvolge tutti gli stakeholder di un contesto
sociale evoluto.
In Italia sono nate una
giovane associazione e una fondazione con questo scopo: “ItaliaCamppromuove e sostiene l’innovazione sociale e lo sviluppo di nuoverisposte a domande reali, lavorando per colmare la distanza tra la nascita diun’idea e la sua realizzazione.” [1].
Il procedimento è
semplice, raccogliere le idee, incontrarsi in Barcamp[2]
per dialogare, scegliere le idee migliori e trovare il modo di arrivare alla
realizzazione concreta per un’innovazione sociale positiva, grazie anche al
sostegno attivo di Italiacamp e delle
sue partnership.
Un sistema che coinvolge
tutta Italia e, grazie al web, apre
le porte a tutti coloro che hanno un’idea che possa migliorare la società
contemporanea, semplicemente attraverso l’iscrizione on line.
Navigando fra le idee si
trova un mondo di soluzioni che ricoprono tutto il sistema “bisogno” di un
contesto sociale evoluto, dalla sanità alla cultura, dall’energia al riciclo, e
così via, presentate in forma libera senza vincoli alcuni se non quello
fondamentale: avere un’idea e presentare il progetto pensandolo in chiave
imprenditoriale.
L’idea deve diventare
prodotto, da qui nasce e si evolve lo sviluppo stesso del paese, pensare,
proporre, creare.
Accanto al We do c’è il We Think, tavoli di incontro dedicati al
confronto, su medio e lungo periodo, in relazione a specifici argomenti, dove
partecipano dei “player” che
dialogano alla ricerca di percorsi innovativi proponibili come modelli di
scelta programmatica per la crescita, la ricerca e lo sviluppo.
L’alta partecipazione è
un dato interessante e, sicuramente, positivo, un segnale forte che nel nostro
paese, a discapito di quanto si pensi, i cervelli r-esistono e sono pronti a
realizzare nuovi circuiti socioeconomici anche in tempo di crisi.
Incontrarsi, mettere in
circolo le idee liberamente, partecipare attivamente sono, oggi, non solo una
necessità ma una volontà fortemente supportata dalla consapevolezza che agire
in concreto è una delle poche chance
per eludere la crisi in tempi brevi, in fondo, come diceva il Signor G, lalibertà è partecipazione.
Raccolte le idee, quindi,
non resta che attendere l’effettiva realizzazione in chiave socio economica,
con la speranza che il passo si faccia davvero.
[1] Italia Camp, Viale Pola, 12 – 00198
Roma, e mail staff@italiacamp.it
[2] Barcamp è non conferenza
compartecipata, che si avvale dei moderni strumenti web per ampliare la sua
capacità di dialogo, dove tutti gli uditori partecipano direttamente in un
dialogo aperto e libero e il tema delle discussioni è deciso dai partecipanti
durante l’incontro. In Italia esiste un blog
a loro appositamente dedicato barcampitalia.org
Nessun commento:
Posta un commento