Intervista a Luca Giorcelli
Ideatore e Co-fondatore di Quag
“Quag, the interest
network”: di cosa si tratta, qual è il suo funzionamento e quali sono i suoi
obiettivi?
«Quag è il
social network “utile” che va oltre la cerchia dei nostri amici, per
connetterci con altre persone a partire dai nostri interessi.
Perché?
Per
risolvere dei dubbi, imparare cose nuove, per il piacere di condividere la
propria conoscenza e per emergere come esperti.
Lanciato a
marzo 2013, in questi primi mesi di attività Quag ha sviluppato gli algoritmi
necessari per individuare gli interessi delle persone e per farle interagire.
In pochi mesi si è creata un’appassionata community
di “Quaggers” che si scambiano
informazioni e idee, discutendone animatamente (a differenza di un semplice
Q&A).
Ma Quag non
è un mondo chiuso: tutti i contenuti sono indicizzati dai motori di ricerca e
diventano patrimonio sul Web, perché il nostro obiettivo è di facilitare e
stimolare quanto più possibile lo scambio in Rete dei contenuti più importanti,
quelli filtrati ed elaborati dall’esperienza umana, quelli che vivono nella
mente, nei ricordi e nel cuore delle persone».
Quando e come ha avuto origine l’idea che si è poi
concretamente trasformata in
Quag?
«Oggi sui Social ci connettiamo con chi conosciamo
o con chi ammiriamo.
Sono connessioni che ci fanno passare il tempo, magari ci
divertono, ci informano ma non ci offrono un dialogo su ciò che ci interessa.
Il social web, per come si è
sviluppato negli ultimi anni, tende a renderci selfie esibizionistici in cerca di approvazione. E nell’intento di piacere agli
amici finiamo per dimenticarci di ciò che ci interessa davvero.
Invece noi
siamo i nostri interessi, che sono diversi ed eterogenei: a me
interessa il deltaplano, l’alimentazione naturale e la fisica nucleare, a te
lo yoga, i film giapponesi e magari anche l’emicrania.
Sì, perché gli interessi
non sempre sono piacevoli, ed è anche per questo che condividerli sui social
amicali spesso non produce dialogo.
In questa
prospettiva nasce Quag».
Si dice che in Italia la crisi paralizzi il sistema
imprenditoriale, che mancano idee e le capacità per realizzarle, voi, invece,
dimostrate l’esatto contrario: un progetto tutto italiano, creato con capitali
privati e attivo sul nostro territorio.
Questo prova che se l’idea è buona e se
ci lavora con passione anche qui tutto è possibile.
Ma cosa significa
realizzare un progetto innovativo in Italia, quali sono le difficoltà e quali,
se ci sono, i vantaggi?
«Non siamo
incorsi in nessuna particolare difficoltà, se non un’eccessiva
burocratizzazione di determinati processi, difficoltà comune a tutte le imprese
che operano in Italia.
Il vantaggio
è quello di essere italiani, cresciuti in un paese dalla cultura millenaria che
può essere considerato anche un vantaggio competitivo».
Quanto pesa il digital
divide italico sulla competitività per i progetti di Web Economy e quali sono le azioni che, secondo la sua, la vostra,
personale esperienza, il nostro governo dovrebbe intraprendere da subito per
dare maggior slancio all’ITC ed ai progetti innovativi come Quag?
«Le tre
principali azioni a nostro avviso potrebbero essere:
- Insegnare ad innovare. Già a scuola i ragazzi devono imparare che i buoni progetti nascono da tre semplici domande: Qual è il problema? Qual è la soluzione? Perché ora?
- Demistificare le idee. L’idea da sola non basta, occorre allocare i
soldi sui progetti dotati di road-maps
realistiche e coerenti.
Adottare una visione internazionale, o quanto meno europea. I progetti
nati in Silicon Valley hanno volumi
di attenzione da 20 a 40 volte superiori, con velocità di raggiungimento della
massa critica di gran lunga più alta».
La vostra è una piattaforma di interscambio di “saperi” fra
gli utenti, che possono postare una domanda, ricevere risposte e votare quelle
migliori.
Sulla base dei vostri dati quali sono le categorie di utenti più
attive e partecipative, o, più semplicemente, chi sono i maggiori fruitori del
servizio?
«In questi
primi mesi di attività si sta formando una base utenza molto eterogenea,
segnale che un social network più
utile che esibizionistico è in grado di attrarre l’interesse del pubblico.
Vedendo i dati di utilizzo comunque emerge una presenza femminile leggermente
superiore a quella maschile inoltre i più attivi e partecipativi sono gli
utenti che discutono in particolare di musica, libri, psicologia, videogiochi e
salute».
“Quag è una piattaforma collaborativa dove puoi accrescere la tua
reputazione online rispondendo alle domande della community” quali sono i
suggerimenti che darebbe agli utenti di Quag per trasformare la loro presenza
sulla piattaforma in un reale strumento per il proprio percorso lavorativo, un
“porfolio on line” che metta in
evidenza le capacità e la professionalità di ognuno?
«La reputazione online è la moneta del
futuro.
Il riconoscimento on line
delle proprie competenze e capacità avrà sempre più valore e sono in aumento le
aziende che fanno scouting
direttamente dalla Rete.
Quag è un habitat
che si sta sviluppando rendendo protagonisti coloro che sanno e vogliono
condividere il loro sapere.
Il consiglio
quindi è di iscriversi con il proprio nome e presidiare gli argomenti in cui ci
si sente competenti, inserendoli da subito tra gli interessi durante la
semplice registrazione del proprio account.
Stiamo lavorando alacremente per creare una classifica tematica che dia
visibilità ai più bravi e presto renderemo il profilo dell’utente molto più
articolato per evidenziare le expertises».
Il Web sta progressivamente riducendo l’uso corretto ed
esteso della lingua italiana a vantaggio di stringhe di parole sempre più
sintetiche per esprimere contenuti complessi, invece Quag pone particolare
attenzione alla costruzione lessicale delle domande, che devono essere chiare e
ben formulate.
Perché avete scelto di adottare un sistema di domanda
articolata, e quanto questo è importante per dare maggiore sviluppo alle
interazioni ed alla qualità delle risposte?
«Qualche
settimana fa abbiamo rilasciato una nuova versione del nostro modello di
interazione, che noi chiamiamo Q&D
(question and discuss), differente
dal Q&A tradizionale (question and
answer) perché lascia più spazio all’interazione.
Crediamo infatti che sia la
discussione, più che
la risposta senza possibilità di replica, a
generare conoscenza, approfondimento e appagamento.
Ma pensiamo di
spingerci oltre, osservando il quotidiano utilizzo del servizio da parte degli
utenti, riteniamo sia arrivato il
momento di allargare la libertà di discussione, non necessariamente partendo da
una domanda.
Pensiamo
quindi di lasciare libertà all’utente di postare anche una propria recensione,
un editoriale, e altri formati propedeutici all’interazione costruttiva con chi
condivide lo stesso interesse».
Vuole farci una SWOT di Quag, quali sono i suoi punti di
forza e quelli di debolezza, da valorizzare e potenziare per trasformarli in
potenzialità?
«Quag è il
primo social network nativamente
basato sugli interessi e questo è il suo elemento principale di forza. Attorno
a questo asset si concentrano i vari
elementi distintivi del servizio:
- Quag ha la capacità di aggregare
sinonimi e interessi correlati anche espressi con parole differenti,
quindi utenti interessati ad esempio a Pop Art sono automaticamente
messi in connessione con chi è interessato a Andy Warhol.
- Quag opera con un grafo degli
interessi molto evoluto: interpreta automaticamente cosa ti interessa,
quanto ti interessa e se ti interessa come “esperto” oppure perché vuoi
saperne di più.
- Quag è l’habitat dove sviluppare discussioni su ogni tipo di argomento
senza frammentazioni, senza dover cercare il forum pertinente oppure la giusta fan page.
- Quag sta sviluppando un
algoritmo di gamification avanzato
per la gestione della reputazione dei suoi utenti e dei suoi esperti nelle
varie tematiche.
- Tutti i contributi di
discussione su Quag sono indicizzati dai motori di ricerca diventando
patrimonio sul Web facilmente accessibile.
Il maggior
punto di debolezza, abbastanza fisiologico per un servizio nato da pochi mesi,
è la difficoltà nella scalata per il raggiungimento di una buona massa critica
di utenza».
Quali sono gli step per il futuro, immediato e prossimo, di
Quag e cosa si augura?
«Dalla prima
versione rilasciata il 21 Marzo 2013, non abbiamo mai smesso di progettare e
implementare novità per rendere sempre più piacevole, coinvolgente e semplice
l’utilizzo di Quag.
La nostra road-map è piuttosto rovente anche per l’inizio del nuovo anno.
Siamo appena
usciti con Quag-in il componente aggiuntivo per Chrome e per Firefox che integra Quag con Google ma anche con altri ambienti di
ricerca, per trasformarli in ambienti collaborativi dove poter chiedere oltre
che cercare.
Con Quag-in infatti è possibile fare social search oltre che su Google
anche su Bing, Yahoo! ed istella, inoltre puoi fare social shopping, potendo chiedere
consigli per i tuoi acquisti a chi è interessato agli stessi prodotti,
direttamente su Amazon ed eBay.
Stiamo
lavorando al completamento della App ufficiale per rendere Quag ancor
più integrata con lo smartphone che
abbiamo sempre in tasca.
Prossimamente
introdurremo le classifiche degli esperti perché vogliamo dare
visibilità ai più bravi attraverso vere e proprie classifiche tematiche.
Crediamo infatti che chi si dimostra
meritevole e apprezzato dalla comunità in Quag debba poter essere valorizzato sia a proprio vantaggio per il personal
branding che a vantaggio della comunità stessa.
Stiamo
inoltre definendo l’algoritmo di affinità, un sistema per
collegare le persone che agiscono e pensano con grande similarità. L’affinità
è una forza relazionale potente almeno quanto l’amicizia ma a differenza
di quest’ultima è un territorio ancora inesplorato nel social network».
B. Saccagno
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