Ancora oggi capita, non
di rado, di incappare nello stereotipo dell’artista[1]:
egli è, così si dice, un essere che vive in un suo mondo di fantasia isolato,
impegnato in qualcosa di “vagamente artistico” e culturale ma ben lontano dalle
logiche razionali che regolano il mondo, il contesto sociale, le leggi e i teoremi
scientifici.
Nulla di più falso.
L’artista è da sempre un
tecnico altamente specializzato che possiede le più profonde conoscenze
scientifiche, ovviamente in relazione al suo tempo, e sa tradurre l’idea,
quella metafisica e mentale, in un qualcosa di tangibile grazie alla sua
straordinaria manualità.
Gli artisti sono uomini,
o donne, che in casi di eccellenza insuperata possono essere considerati a
pieno titolo geni,
basti pensare alla stagione felice del Rinascimento Italiano con Michelangelo e Leonardo in testa, ma l’elenco
è ben lungo.
L’artista è colui che possiedeun’arte[2], o
meglio una τέχνη[3],
una tecnica, ossia il saper fare artigianale e la maestria professionale
miscelate ad un sistema complesso di saperi e conoscenze.
È, quindi, colui che è
capace di creare un prodotto artistico bello e in grado di generare la
sublimazione attraverso un complesso concetto di gusto, ma che, al
contempo, conosce i materiali, i metodi di lavorazione e possiede un vasto
bagaglio di conoscenze pratiche e scientifiche che gli permettono di realizzare
il prodotto finito.
In questo orizzonte
primigenio dove l’artĭfex
è l’artista tecnico che genera l’arte attraverso la conoscenza tecnologica si
colloca Luciano Maciotta, un ingegnere che partendo dal suo bagaglio formativo scientifico
trae ispirazione per realizzare il suo percorso artistico, fondendo l’essenza
dei due mondi, sovente considerati in antitesi, attraverso un percorso
cognitivo saldamente legato all’arte più pura.
Il know how e il knowlegde propri
di un ingegnere sono la base di partenza e il punto di forza tecnico
scientifico che si fondono nell’idea artistica tout court, per giungere oltre i confini di uno spazio finito
dialogando con l’elemento luce, che gioca fra quella naturale dell’ambiente
espositivo e quella artificiale creata dai LED che riplasmano la loro essenza
funzionale in vibrante forma artistica.
Maciotta muove i suoi
primi passi nel mondo dell’arte contemporanea ispirandosi al concetto di estroflessione[4]
proprio del famoso gruppo che diede vita alla rivista e alla galleria
battezzate Azimuth. attorno alle quali ruotarono le figure di Enrico Castellani, Piero Manzoni, Lucio Fontana e Agostino Bonalumi.
L’esigenza di uscire
dalla bidimensionalità di un supporto classico, con tridimensionalità di
consistenze diverse capaci di rendersi vive, l’ha portato a prediligere i LED come elemento-luce interspaziale
entro ed oltre il quadro.
Così scomposizioni di
forme geometriche e algebricamente quantificabili, tracciate su monocromie
intense o su pochi colori in contrasto, si trasformano in nuovi percorsi
artistici grazie alla luce di una profondità dinamica tendente ad un infinito,
mai completamente ignoto ad un uomo di scienza.
In una video intervista[5]
Maciotta dice che “l’uso dei led gli
permette di dipingere con la luce come se fosse un pennello ideale”, che
scivola negli spazi di chiaro scuro entro un tempo limitato; il LED non garantisce l’eternità, ma,
metaforicamente, rappresenta il percorso di conoscenza umano, che partendo da
un punto base assodato cresce, si muta e si trasforma all’infinito, definibile
con la durata stessa della razza umana sul nostro pianeta.
La tecnologia, la
scienza, i saperi tecnici di Maciotta sono l’elemento distintivo della sua arte
e dei suoi percorsi creativi che trasformano la meccanica, la cinetica e la
funzionalità dei singoli componenti in un oggetto iconico artistico mai
disgiunto dal suo essere elemento culturale a tutto campo, capace di docere et delectare senza i filtri della
scolastica.
B. Saccagno
[3] τέχνη(téchne), tecnica, arte, mestiere, abilità.
[4] L’estroflessione è una forma espressiva che
permette di creare una dilatazione spaziale oltre il supporto artistico, principalmente
monocromatico, attraverso una serie di accorgimenti tecnici che creano un
contrasto di luci ed ombre che dona profondità spaziale alla bidimensionalità.
In medicina
è il ripiegamento di un organo o di un tessuto verso l’esterno
[5] Luciano Maciotta "Oltre il gesto la Luce " Ritratto dell'autore - Realizzato da
NoIdea studio a cura di Giuseppe Calandriello. 2011 http://www.youtube.com/watch?v=YkcoFyn7MPo
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