Referente operativo di Fondazione Mediolanum Onlus
Quando è nata la
vostra Fondazione e quali sono stati i motivi che vi hanno portati a dedicarvi
all’infanzia in difficolta?
«Fondazione Mediolanum è una
Fondazione privata che nasce nel 2002
con l’intento di intercettare ed analizzare le richieste di finanziamento che
dal terzo settore venivano rivolte alla Banca.
Fino al 2005, la Fondazione si è
occupata un po’ di tutto: dall’arte, all’invalidità, da progetti in Paesi in
via di sviluppo ai problemi di anziani e bambini nel nostro Paese. In questa
prima gestione mancava un filo conduttore o meglio una mission che rendesse l’azione della Fondazione coerente ed
omogenea.
Nel 2005 si è pertanto deciso di
mettere le risorse della Fondazione al servizio dell’infanzia in condizioni di disagio, indirizzo, questo, fortemente
caldeggiato dal Presidente Esecutivo Sara Doris, sensibile al tema
dell’infanzia in quanto madre di 5 figli.
Fondazione Mediolanum da allora
seleziona progetti di Enti no-profit a favore dell’infanzia in condizioni di
disagio in Italia e nel Mondo, finanziandoli sulla base delle proprie
disponibilità. Per ampliare la propria base erogativa, la Fondazione ha chiesto
ed ottenuto l’attribuzione della qualifica
Onlus (gennaio 2012), che le consente di effettuare attività di raccolta
fondi a favore dei progetti degli enti partner.
Dal 2005 al 2013, Fondazione Mediolanum Onlus ha finanziato 184 progetti in Italia e in altri 28 Paesi nel mondo erogando
complessivamente circa 7 milioni di euro».
La vostra Fondazione
“si adopera per educare alla
libertà, affinché i bambini di oggi possano essere gli adulti liberi di
domani.” in Italia e nel mondo.
La
crisi contingente e prolungata ha sicuramente influito negativamente, e con
maggiore pressione, sui soggetti più deboli all’interno della “catena” sociale.
I bambini che vivono, oggi, situazioni di disagio si trovano di fronte un
futuro incerto e labile. Sulla base della vostra importante esperienza a
sostegno dell’infanzia disagiata, potreste farci una fotografia dei bisogni
primari da soddisfare, oggi, per garantire un buon futuro ai bambini disagiati?
«L’infanzia
costituisce la fase più delicata della vita di una persona.
Tutto quello che la
persona sarà da grande deriva da come trascorrerà questa fase della sua vita,
nella quale l’apporto degli adulti (genitori, educatori, insegnati) è
fondamentale.
Un bambino da solo non può uscire dalla difficoltà o
dal pericolo.
Gli adulti per questo
motivo hanno una grande responsabilità nei confronti dei bambini: devono
dare amore e protezione, tenendoli lontani dalla violenza e dall’odio.
Solo
così da grandi questi bambini potranno dare a loro volta amore e solidarietà
rendendo il mondo un posto migliore.
Ci sono Paesi nei quali i bisogni dei bambini sono
basilari (cibo e vaccinazioni) in altri invece in cui si deve lottare contro
l’incuria e l’abbandono.
L’Italia, colpita dalla crisi globale, sta uscendone
più lentamente rispetto ad altri Paesi, per questo nel 2013 abbiamo destinato
molte risorse a favore di progetti italiani (15 progetti sui 28 finanziati sono
nel nostro Paese) senza tralasciare i progetti all’estero, perché non bisogna
mai dimenticare che ci sono posti nel mondo in cui il nostro aiuto fa la
differenza tra la vita e la morte di un bambino».
Quali sono le
principali linee di intervento e di sostegno della Vostra Fondazione?
«Nel sostegno all’infanzia,
Fondazione Mediolanum Onlus sceglie progetti su diversi ambiti di intervento
quali l’assistenza, la scuola, la sanità, la ricerca e i diritti».
Fra le tante vostre importanti iniziative rivolte alle associazioni ve
ne una è molto interessante dedicata alla nutrizione ed al sostentamento
dell’infanzia disagiata: Nutriamo il futuro; volete raccontarcela in
dettaglio?
«Per il bando del 2014 “Nutriamoil Futuro” abbiamo scelto il tema della nutrizione che non si sostituisce agli ambiti sopra indicati ma li
abbraccia tutti. Per questo agli Enti che hanno partecipato, abbiamo chiesto di
puntare molto sulla nutrizione nella presentazione del loro progetto.
Questo tema resterà valido non solo per il 2014 ma anche per il 2015, anno dell’EXPO.
Il bando ha caratteristiche di
assoluta novità per il terzo settore.
Il processo che porterà a decretare
i progetti finanziati si compone di 3 fasi.
1)
Dal 24 al 31 marzo gli Enti hanno presentato i
loro progetti inserendoli nell’apposito gestionale che è stato creato
all’interno del sito della Fondazione.
2)
Dal 1 al 4 aprile sono stati scelti 20 progetti
ritenuti più in linea con il bando e pubblicati sul sito della Fondazione.
3)
Dal 7 al 30 aprile tutti gli utenti della Rete hanno
potuto votare il loro progetto preferito.
Ogni utente aveva a disposizione 5
voti che poteva ripartire come riteneva opportuno.
Al termine della votazione si
determinerà une classifica definitiva e i primi 3 progetti classificati
riceveranno nell’ordine € 150.000, € 70.000 euro e € 30.000».
Quali sono gli
elementi salienti che vi spingono ad adottare un progetto, a dire “questo deve
essere finanziato”?
«Il Bando di quest’anno è
assolutamente una procedura inedita per definire i progetti finanziati.
In passato è stata fatta la
valutazione di ogni singolo progetto.
Le caratteristiche sulle quali ci siamo
dimostrati più sensibili sono il numero di bambini aiutati, gli eventuali
impatti positivi sul resto della comunità e l’autosostenibilità, ovvero se sono
previsti nel progetto delle attività parallele generatrici di reddito.
Privilegiamo inoltre progetti che
abbiano già il coinvolgimento di altri enti o fondazioni finanziatori.
Parallelamente valutiamo molto
attentamente i bilanci dell’Ente proponente e in particolar modo prestiamo
molto attenzione alla percentuale di spesa per la gestione interna
dell'associazione stessa e quella invece destinata effettivamente ai progetti
benefici.
Infine ci siamo sempre dimostrati sensibili
nei confronti di progetti di carattere emergenziale, soprattutto quando sono a
rischio vite umane».
Nutriamo il futuro prevede per i progetti da voi pre selezionati una fase di votazione on line, che decreterà i tre vincitori
assoluti; oggi quanto è davvero importante coinvolgere attivamente le comunità
nel processo di selezione, mediante voto sul Web, per dare spazio a progetti
realmente condivisi ed adatti a soddisfare bisogni concreti?
«Riteniamo che il voto on
line non sia solo una modalità di selezione dei progetti da finanziare ma
anche un modo per dare visibilità agli stessi progetti candidati.
Abbiamo molto insistito con gli enti partecipanti affinché
producessero materiali di comunicazione adatti all’ingaggio e alla condivisione
tramite soprattutto i Social Network.
Abbiamo infatti
assistito in questi anni in Italia ad un appiattimento a livello comunicativo
da parte degli Enti del terzo settore che genera una pericolosa assuefazione
nel pubblico ormai abituato ad un certo linguaggio e a stereotipate
rappresentazioni del bisogno.
Ogni Ente ha i propri
sostenitori che potenzialmente possono diventare una importantissima cassa di
risonanza se dotati dei giusti strumenti e linguaggi.
Così come il mondo profit si è ispirato in molti casi al
terzo settore per dare alla sua comunicazione un tono più emotivo, così il
mondo no-profit dovrebbe trovare espressioni
più virali ed innovative per ingaggiare sempre più persone.
Se comunicato nel modo giusto, l’essere solidali diventa fonte
di ispirazione ed emulazione».
La comunicazione è,
oggi, fondamentale, però, a volte, è molto difficile seguire i progetti oltre
le fasi di selezione e di premiazione, perché l’attenzione mediatica,
soprattutto on line, è veloce e,
sovente, c’è il rischio di perdere, poi, i risultati proiettati nella realtà
sociale. Mentre è importante seguire le fasi evolutive degli interventi, vedere
i margini di miglioramento e misurare la percezione effettiva del benessere
apportato. Qual è il vostro pensiero in merito?
«Con il bando Nutriamo il Futuro alla fine finanzieremo 3 progetti.
Subito daremo il 50% del finanziamento
stabilito mentre il restante verrà riconosciuto alla prima rendicontazione.
Il nostro obiettivo è quello di
verificare che i progetti che sosteniamo non rimangano solo su carta ma vengano
realizzati. Questo aspetto costituisce una primaria responsabilità di Fondazione
Mediolanum Onlus sia nei confronti del Gruppo Mediolanum, che sin dall’inizio
ci fornisce mezzi e fondi, sia nei confronti dei numerosi donatori che ci hanno
accordato nel tempo fiducia.
Ogni campagna di raccolta fondi
(Sms solidale, iniziative natalizie e pasquali, eventi della Banca, etc) viene puntualmente rendicontata; ci
facciamo carico di controllare in prima persona che quanto raccolto venga
effettivamente speso per aiutare i bambini in difficoltà.
Non avendo progetti propri,
Fondazione Mediolanum Onlus non può venire meno al suo ruolo di mediazione e
controllo, per non tradire la fiducia dei suoi sostenitori».
Qual è il valore
socio economico, a livello concreto e misurabile, che una Fondazione ha nel
contemporaneo per il benessere delle comunità sociali?
«Aiutare i bambini di
oggi che vivono situazioni di grave disagio, ci porterà in futuro ad avere meno
costi sociali che gravino sulla collettività.
Un bambino a cui viene data una
formazione e un sistema di valori a cui fare riferimento, domani non sarà un
pericolo e un costo sociale per la società.
Un bambino curato correttamente
oggi, non avrà problemi di salute da grande.
Per apprezzare gli effetti di
quanto facciamo oggi, basta solo aspettare un po’ di tempo.
Ad esempio uno dei bambini di strada, che
abbiamo aiutato il finanziamento di un progetto di accoglienza a Nairobi in
Kenya nel 2005, è andato all’Università e adesso lavora per un’importante Banca
d’affari del suo Paese.
Ed esempi come questo ne potremmo fare a decine».
Come vedete il futuro
prossimo e quali sono, secondo la vostra esperienza diretta, le politiche di intervento
necessarie ed urgenti che tutti gli Stati dovrebbero adottare affinché tutti i
bambini di oggi possano essere domani adulti liberi?
«Per noi, ogni Paese
dovrebbe puntare sull’educazione per crescere e avere una società giusta e
prospera.
Solo dando ai bambini i giusti strumenti educativi e culturali per pensare autonomamente e decidere un
domani del proprio futuro, si avranno individui liberi e in grado di far
crescere la società ella quale vivono».
B. Saccagno
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