Amministratore Youcanprint.it
Youcanprint.it Self Publishing, vuole darci una breve
definizione di auto pubblicazione?
« Ottima domanda.
Potremmo parlare a lungo di self-publishing, editoria tradizionale, print on demand ed in particolare di editoria a pagamento, ma mi limito a dare una
definizione concreta: il self-publishing
o auto-pubblicazione è la pubblicazione di un'opera direttamente dall'autore
senza l'intermediazione di un editore,
grazie a servizi on line come Youcanprint.it».
Youcanprint.it: come nasce, qual è vostro core business e
quali le attività a corollario?
«Il core business
e la nostra passione è il self-publishing
in tutti I suoi aspetti.
La nostra filosofia è quella di fornire tutti gli
strumenti per fare self-publishing di
qualità: rendere accessibile l'auto-pubblicazione grazie al supporto ed alla
consulenza dei nostri esperti, offrire servizi aggiuntivi che permettano all'autore
di migliorare la propria opera (correzione bozze, editing, ufficio stampa, copertina illustrata, etc) ed infine garantire la più vasta distribuzione tra i self-publishing attualmente esistenti
nel mercato italiano (29 e book store,
15 store, 1.200 librerie fisiche e
ora anche la nuovissima App per Ipad)».
Il desiderio di scrivere, di raccontare storie, di farsi
leggere è diventato quasi un bisogno trasversale, anche perché, oggi, esser uno
scrittore, anche solo per una volta, è un sogno realizzabile con maggiore
facilità, grazie alle infinite possibilità di pubblicazione esistenti.
Qual è
l’identikit degli autori che vi scelgono e cosa cercano in Youcanprint.it?
«In realtà i self-publisher
sono molto eterogenei, abbiamo autori alla loro prima esperienza e scrittori
che scelgono il self-publishing dopo
aver avuto diverse esperienze, spesso spiacevoli, con le case editrici a
pagamento.
In generale però gli autori che scelgono Youcanprint sono persone che amano la
scrittura e hanno nei confronti dell'editoria un approccio leale, sincero e
pieno di passione».
Il digitale ha accorciato le distanze fra autore e
lettore, cadono molte barriere e, attraverso i Social e il Web, è più facile
entrare in contatto, conoscere la mente dietro le parole.
Si potrebbe dire che
il ruolo del lettore è più attivo, non solo acquista un prodotto, ma dialoga
più liberamente con l’autore, lo pubblicizza, ne segue il percorso, a volte
anche solo on line.
Quanto è importante il rapporto diretto con il proprio
pubblico di lettori e qual è la miglior strategia da adottare per dare la
giusta visibilità al proprio libro?
«Il rapporto diretto con I lettori è tutto nel mondo del self-publishing.
L'assenza della figura
dell'Editore pone tutta l'attenzione del marketing
nel rapporto tra autore/lettore. La costruzione di un proprio pubblico,
grazie sopratutto agli strumenti del social
marketing (blog, Faceboook, Twitter,
etc.), rappresenta il punto di forza per qualsiasi progetto di
auto-pubblicazione. In questo senso, e in particolare anche per la sempre
maggiore diffusione degli ebook, il
ruolo dei lettori diventa ogni giorno più importante, finalmente aggiungerei».
Fra i lettori (ma anche fra gli addetti ai lavori) vi è
un confronto aperto sulla dicotomia e book /libro tradizionale, fra supporti
digitali ed edizione cartacea, i giudizi sono diversi a seconda delle loro
inclinazioni, dei loro gusti e del loro personale rapporto con la lettura. In
base al vostro mercato, oggi, i due “tipi” di libro possono dirsi in aperta
concorrenza?
E se si, chi “ha la meglio” e perché?
«Io non porrei la questione su un confronto tra carta ed e book, anche perché questa discussione
inizia ad essere noiosa e a spostare il confronto su aspetti non importanti e
direi quasi marginali.
Il problema non è scegliere tra la carta o l'e book ma, dal mio punto di vista,
riflettere su come gli ebook cambieranno
il nostro modo di leggere e di scrivere molto probabilmente.
Si tratta di una
rivoluzione ancora in corso e non possiamo per ora comprendere a fondo gli
effetti.
I libri non avranno il destino che fu dei vinili e poi dei cd. Sono sicuro che co-esisteranno per
lungo tempo ancora, ma alla fine l'ebook
dominerà il mercato».
Si parla spesso dell’editoria come di un settore in
crisi, della competizione fra libro tradizionale ed e book, e via dicendo, in
realtà i libri, di qualsiasi formato, gli autori e i lettori non sono di certo
in fase di estinzione.
Qual è il suo punto di vista sul mondo editoriale in
Italia nel contemporaneo?
«Quando si parla di crisi del settore editoriale si
pensa inevitabilmente alla crisi dell'editoria “cartacea”.
I dati dell'AIE, in
effetti, hanno dimostrano una sensibile contrazione del mercato dell'editoria
cartacea nel 2011, non compensato purtroppo dalla pur sostenuta crescita dell'e book.
In ogni caso vi è un cambiamento radicale in corso, il
sistema tradizionale editore/editoria cartacea è in crisi mentre avanzano self-publishing, social reading, e book, app,
etc.
È chiaro che gli Editori dovranno re-inventare il loro
ruolo e la loro funzione per restare nel mercato.
Sui lettori, invece, sono molto fiducioso.
Gli ebook
aiutano la lettura e come dimostrato da alcune ricerche, chi legge ebook legge mediamente più libri dei
lettori tradizionali».
Youcanprint.it ha da poco avviato una partnership con
Teseo Research per la promozione di un’indagine sul mondo dell’editoria digitale, sul
piano quantitativo e qualitativo, con l’obiettivo di creare l’Osservatorio Italiano sull’Editoria Digitale.
Qual è l’idea che ha originato il progetto, com’è
strutturato e che obiettivi si pone l’Osservatorio?
«L'idea di base è molto semplice: creare degli strumenti
per poter monitorare e comprendere il cambiamento in atto nell'editoria.
L'Osservatorio quindi avrà questo entusiasmante compito
di studiare a fondo I fenomeni e I cambiamenti che stanno attraversando tutti I
settori dell'editoria, cercando di definire anche modelli di sviluppo e scenari
futuri per il mercato e i lettori».
Per gli e book non esiste un formato standard unico, si
possono trovare in .e.pub, .pdf, etc., taluni richiedono programmi di lettura
apposita per poterli visualizzare.
Per molti, poi, i testi in .pdf non possono
essere considerati prodotti editoriali in digitale.
Questa disomogeneità allontana il pubblico di lettori
meno tecnologico, perché lo obbliga a molti passaggi e a perdere tempo, mentre
se acquistano un cartaceo (formati, supporti, etc.) non sono problemi che li
riguardano.
Secondo la mia personale opinione andrebbe creato un
formato standard unico per tutti, per facilitarne la fruizione, così come,
averne almeno una versione in .pdf perché chiunque, senza ulteriori passaggi,
possa leggerlo ovunque e dovunque, anche i meno avvezzi alla tecnologia
digitale.
È una possibilità realizzabile, oppure, per esigenze
imprenditoriali “varie ed eventuali” non è un percorso perseguibile?
«Il formato standard
esiste già ed è l'.e.pub.
È il formato
assolutamente più diffuso ed utilizzato. Il problema risiede soltanto in
questo, ovvero: quando i colossi dell'editoria digitale come Amazon (che attualmente ha un formato
proprietario, il .mobi) ed Apple (che non usa propriamente l'.e.pub e ha anche introdotto un formato
proprietario il .textbook) decideranno
di allinearsi.
Fino a quel momento .e.pub
e .mobi coesisteranno, ma in linea
di massima un lettore che acquista un e book
in formato .e.pub non deve temere
alcun problema di compatibilità (può convertirlo e inviarlo facilmente anche
sul Kindle), a meno che ovviamente
non sia protetto dagli odiosi DRM, ma questo è un altro discorso!».
Secondo la sua personale visione chi sarà l’editore nel
futuro, quale sarà il suo business e le competenze professionali necessarie?
La
crisi cambierà davvero lo scenario attuale nel mondo dell’editoria?
«Siamo nel mezzo di una “tempesta perfetta”: e book, self-publishing, print on demand,
social reading, social writing, crowdsourcing, tutti questi fenomeni
rappresentano un cambiamento epocale per tutto il mondo dell'Editoria.
Non so esattamente cosa questo comporterà perché non ho
la sfera di cristallo, ma è chiaro una cosa: gli Editori dovranno re-inventare
il loro ruolo.
parafrasando Jeff Bezos “Il
futuro è dei lettori e degli autori “».
B. Saccagno
Nessun commento:
Posta un commento